Il progetto è degli architetti Andrea del Carlo e Roberta Gilioli ed è uno dei primi interventi di “riparazione e miglioramento sismico” di un edificio privato, danneggiato dal sisma del maggio 2012, in cui sono anche conservate interessanti decorazioni pittoriche risalenti al diciottesimo secolo e meritevoli di essere conservate e possibilmente valorizzate. I lavori interessano quello che gli storici dell’arte locale hanno ribattezzato “Palazzetto Giglioli”, in via Ciro Menotti, un edificio che risale nei suoi tratti odierni essenzialmente al Settecento pur avendo subito nel corso degli anni diversi interventi e rifacimenti. Secondo Alfonso Garuti e Dante Colli, documentatissimi autori di quella che ancora oggi è la più completa ed autorevole guida storico-artistica di Carpi, questo palazzo (attualmente Condominio Ciro Menotti, al numero 10 dell’omonima via del centro, alle spalle del portico lungo di piazza Martiri) fu di proprietà di Pietro Bellentani e successivamente, nel primo Ottocento, di Giulio Montanari. La facciata attuale è dovuta a un rifacimento eseguito all’indomani dell’Unità nazionale, nel 1861, ad opera del proprietario d’allora, Giuseppe Meloni che si avvalse molto probabilmente dell’opera dell’ingegner Achille Sammarini il quale, in quegli anni, fu protagonista del rinnovamento urbano di Carpi e, tra gli altri interventi edilizi, mise mano a numerosi restauri architettonici di grande importanza, in Cattedrale, sul castello dei Pio e su diversi altri monumenti cittadini, lasciando una impronta indelebile sul patrimonio artistico carpigiano.
Il Palazzetto Giglioli confina con palazzo Casarini (anch’esso lesionato dal sisma del 2012) da cui è separato da un muro di confine che porta tracce della sua costruzione in periodo quattrocentesco ma, quel che maggiormente importa, sono le decorazioni alle pareti e al soffitto delle stanze e della loggia del primo piano a destare meraviglia. Sempre secondo gli esperti, queste decorazioni, che possiamo documentare fotograficamente grazie alla collaborazione dei professionisti incaricati del progetto, sono di mano del pittore carpigiano Lelio Rossi, vissuto fra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento. A lui si devono numerose decorazioni e complessi apparati pittorici nelle case e nelle ville dei carpigiani dell’alta borghesia del tempo. Sono queste decorazioni d’interno (giudicate di particolare finezza) che rischiavano di andare perdute a causa del cedimento parziale delle volte del sottotetto del palazzo e che invece verranno preservati, a seguito dei lavori commissionati dalla proprietà del palazzo alla Bocchi Group, impresa di San Felice sul Panaro.
[La Voce di Carpi – 28 novembre 2019]