La Legge di Stabilità  ha rinnovato investimenti allo sviluppo delle ciclovie: infrastrutture che fanno bene all’economia, oltre che alla salute e all’ambiente

Cosa c’è di più apparentemente semplice di una bicicletta tra i mezzi di trasporto? Eppure questo veicolo, l’unico davvero vocato alla mobilità  sostenibile, potrebbe davvero costituire una leva economica e occupazionale davvero notevole. Nell’anno dedicato al turismo sostenibile sono molte le misure dedicate a sostenere il cicloturismo e le infrastrutture dedicate. Innanzitutto a livello istituzionale l’ultima Legge di Stabilità  prevede l’autorizzazione di altri 13 milioni di euro per il 2017, di 30 milioni per il 2018 e 40 milioni per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024 per lo sviluppo del sistema nazionale di ciclovie turistiche. Come si legge nel sito web della Camera dei Deputati “Tali risorse saranno destinate alla realizzazione di progetti individuati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti”. Il provvedimento va in continuità  con quanto già  disposto l’anno scorso, quando erano stati autorizzati 17 milioni di euro per il 2016 e 37 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018.

Le ciclovie turistiche nazionali e il sistema

La decisione più recente riguarda l’anello ciclabile del Garda, entrato nel sistema nazionale delle ciclovie turistiche. Si tratta di un progetto che, se realizzato completamente, comprenderà circa 140 km complessivi di piste ciclabili a elevata valenza turistica, integrando questo ad altri due importanti percorsi, la ciclovia VenTo (Venezia – Torino, 680 km) e la ciclovia del Sole (300 km circa), sull’asse nord-sud. VenTo e Sole erano già  considerate strategiche a livello nazionale. Le ciclovie citate, insieme ad altre che si stanno definendo in varie altre zone d’Italia rientra nel Sistema delle ciclovie turistiche nazionali. Nell’occasione della firma, il ministro delle Infrastrutture, Graziano del Rio aveva affermato che “Per la prima volta si riconosce alle ciclovie turistiche la valenza di infrastrutture nella pianificazione nazionale del Ministero, nell’ambito delle politiche di mobilità sostenibile e interconnessa. Si inseriscono in una strategia più ampia del Ministero per la ciclabilità , che prevede una Rete Ciclabile Nazionale partendo dalle dorsali di Eurovelo, su cui si innestano reti regionali, intermodalità  e ciclostazioni, e azioni per la Ciclabilità  urbana e la sicurezza”. Il sistema è costituito, oltre che da VenTo e dalla Verona-Firenze – Ciclovia del Sole anche dal tratto che dalla cittadina avellinese di Caposele va alla leccese Santa Maria di Leuca (500 km circa), denominata Ciclovia dell’acquedotto pugliese o dell’Acqua e dal Grab (44 km), ossia il Grande raccordo anulare delle biciclette di Roma.

In tutto, più di 1.500 chilometri ciclabili attraverso otto regioni e il Comune capitolino.

Il sistema si espande

Ma il ciclo virtuoso si sta espandendo: proprio in questi giorni è stata data notizia dell’intesa raggiunta tra gli assessori regionali preposti di Lazio, Liguria e Toscana, che porterà a marzo alla firma di un protocollo d’intesa per la realizzazione della ciclovia Ligure-Tirrenica che da Ventimiglia arriverà fino alla regione laziale. Una infrastruttura costiera già  pensata per essere interconnessa con altri itinerari di interesse nazionale ed europeo. E poi, sempre in questi giorni, si è parlato nuovamente del progetto di Ciclovia “Terre dell’Unesco” nell’occasione della presentazione dello studio di fattibilità. Un progetto importante, costituito da una rete di percorsi cicloturistici da 240 km, collegando 38 Comuni, nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo, attraverso i paesaggi vitivinicoli patrimonio dell’umanità  Unesco, ossia Langhe-Roero e Monferrato.

La bicicletta fa bene anche all’economia

A prescindere dai benefici effetti sulla salute generati dal muoversi in bici, è la portata economica ad attrarre l’attenzione. Come evidenziato dal sito web bikeconomyforum.com la federazione ciclistica europea (European Cyclists’ Federation) ha stimato il valore economico generato dall’uso della bicicletta nei paesi dell’Unione Europea. Considerando voci quali vendita e affitto di bici e componenti, lo sviluppo di infrastrutture ciclabili, il positivo impatto ambientale, i vantaggi per la salute intesi come risparmio per il settore sanitario e in termini di riduzione dell’uso di benzina e diesel e la riduzione di inquinamento e rumore si traducono in una cifra più grande del PIL della Danimarca (aggiornato a dati 2010).

In UE solo da vendita di biciclette e accessori ogni anno si genera un giro d’affari da 18 miliardi di euro. Il settore del cicloturismo ne crea più di 44 miliardi l’anno.

Tra i vari dati esposti nella sintesi di Bikeconomyforum.com citiamo, infine, le stime fatte dall’Organizzazione mondiale della Sanità : “1 miliardo di euro investito sulla mobilità  ciclabile può incentivare la creazione di 21.500 posti di lavoro e spingere la domanda e gli investimento verso stili di vita a minore impatto ambientale e raggiungere alti livelli di mobilità  ciclabile (almeno il 30%) può consentire la creazione di 76mila posti di lavoro in Europa e la riduzione di 10mila morti in incidenti”.

[Fonte: Tekneco – L’informazione oggettiva e professionale]

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