Si parla di strategia progettuale a partire dagli anni ’70, durante la crisi petrolifera, dove fino a quel momento era indifferente l’utilizzo di combustibili fossili a causa del basso prezzo.
Le caratteristiche che in una località bisogna considerare sono: radiazione solare, escursioni termiche giornaliere, nuvolosità, ventosità, precipitazioni e umidità dell’aria.
La presenza della vegetazione che creano ombreggiatura ed evapotraspirazione incidono sul microclima. Anche l’agglomerato urbano influenza i fattori precedenti.
La prima strategia nella progettazione di un edificio nzeb riguarda al posizionamento degli ambienti vanno sempre considerati tutti i fattori sopraelencati per ottimizzare il fabbisogno energetico dell’edificio.
I vari sistemi di sfruttamento delle fonti rinnovabili sono utilizzati soprattutto nel nord Europa. In Italia il discorso lo si deve applicare analizzando i vari fattori che caratterizzano il territorio.
Per garantire il comfort abitativo all’interno dell’edificio è necessario considerare le zone microclimatiche per integrare una corretta progettazione degli impianti e un involucro adeguato.
Lo standard definito per i climi continentali europei, per permettere l’edificazione di strutture nzeb, sono i seguenti:
- Fabbisogno energetico per il riscaldamento non superiore a 15 Kwh/mq annui
- Tenuta dell’aria dell’involucro n50 £ 0,6/h
- Richiesta di energia per i servizi energetici £ 120 Kwh/mq annui
- Se rispettati questi criteri è possibile mantenere una temperatura interna superiore ai 20 gradi in inverno.
Lo standard passivhouse, nato negli anni ’90 in Germania, ha stilato un elenco di criteri che, se rispettati, permettono un notevole risparmio energetico nei paesi europei più caldi (Italia, Spagna, Portogallo, …).
Il clima, che in Italia è molto variabile nelle varie zone, influisce talmente tanto sull’efficienza energetica che è necessario colmare le escursioni termiche giornaliere con sistemi di alta flessibilità che permettono un adeguamento rapido dell’ambiente interno, ottimizzando l’involucro.
Un esempio per rispondere a questa richiesta è l’utilizzo di un sistema di ventilazione situato nei vuoti della muratura per lo scambio di aria calda/fredda, isolando comunque l’involucro.