Integrazione di sistemi attivi nell’involucro edilizio
La realizzazione di un involucro altamente efficiente permette all’edificio di adattarsi alle condizioni climatiche esterne. Questo, abbinato a sistemi di impiantistica che sfruttano le fonti di energia rinnovabili, rendono di fatto possibile realizzare un edificio nZEB, oppure a positive energy building.
La superficie utile per l’integrazione di impianti è più difficile in edifici più grandi (pluripiano) in quanto lo spazio è poco sfruttabile o non utilizzabile (vedi le ridotte geometrie come sporti e balconi altri elementi di copertura).
Anche il contesto ambientale (terreno, densità abitativa, zone d’ombra) può comportare ad una variazione della collocazione degli ambienti. È incentivante collocare la propria collocazione la propria abitazione in quartieri ad energia quasi a zero; la strategia d’utilizzo delle energie rinnovabili è estesa a più edifici e permette di usare sistemi non convenienti per unità singole e poco sfruttabili.
Predisposizione degli spazi per l’installazione degli impianti e delle reti di distribuzione
Durante la definizione di soluzioni tecnologiche nei materiali, è necessario ottimizzare l’integrazione degli impianti che sono inglobati nelle parti edili, prevedendo gli spazi utili per il loro posizionamento. Inoltre, bisogna che siano installati in modo che siano facilmente manutentabili.
Gli spazi possono essere suddivisi sulla carta per l’installazione dei macchinari e componenti più ingombranti (generatori, bollitori, accumulatori, …) e quelli impiantistici all’interno degli ambienti.
La scelta della tipologia impiantistica influisce sulla metodologia di costruzione. Ad esempio, l’uso di un impianto con pannelli radianti tradizionali e massetto in calcestruzzo, è necessario considerare uno spessore extra di 5 – 8 cm rispetto a quelli con il radiatore.
Viene utilizzato spesso il generatore di calore a bassa temperatura, che si integra bene con l’uso di pannelli radianti o radiatori a bassa temperatura.
La tecnologia a secco nelle pareti interne orizzontali permette un ottimale integrazione impiantistica, garantendo l’ispezionabilità e manutentabilità.
La quota interpiano è influenzata in base alla tipologia di ventilazione e/o climatizzazione meccanica. A livello di progettazione bisogna valutare l’altezza netta inferiore (270 cm come da normativa) per recidere dove mettere il controsoffitto e le eventuali bocchette d’aria e filtri.
Negli impianti di scarico ed estrazione d’aria è necessario raggruppare gli impianti e concentrare terminali di cappe di estrazione, canalizzazioni di espulsione di aria esausta, ecc…